Innesto gengivale: la soluzione di chirurgia mininvasiva per le recessioni gengivali

L’innesto gengivale, o meglio mucogengivale, è un intervento di microchirurgia che mira a curare le recessioni gengivali.
A questi interventi il paziente giunge previa preparazione, effettuata dall’Igienista.

La preparazione iniziale permette che i tessuti gengivali siano nelle migliori condizioni possibili e possano così rispondere in modo corretto e repentino ai processi di guarigione.

Generalmente il tessuto gengivale che si è “ritirato” è un tessuto assai sottile, questo perché, di base nelle recessioni, anatomicamente, istologicamente e geneticamente, la quantità di tessuto connettivo è scarsamente (o per nulla) rappresentata.

L’obiettivo dell’innesto gengivale è “ricreare” ciò che è andato perso utilizzando a seconda dei casi:

  • Tessuto connettivo autologo (il migliore), ovvero prelevato dal paziente stesso, possiamo pensare in questo caso ad una sorta di “trapianto gengivale”, anche se il tessuto è prelevato per lo più dalla zona palatale
  • Matrici di collagene che sono dei succedanei dei tessuti umani, prodotti grazie alla Bioingegneria (innesto eterologo)

Come spesso succede, il tessuto autologo viene ottenuto per prelievo di una piccola zona (pochi mm, a seconda delle zone da ricoprire) di un’area posteriore del palato.

Si tratta praticamente, a seconda delle tecniche, di una “sbucciatura” di superficie dello spessore di circa 0,7-1 mm della mucosa palatina.

Questo prelievo viene poi opportunamente trattato e preparato per poter essere posizionato nella zona ricevente previo disegno dei lembi che prevedono guarigioni di prima intenzione, assai vantaggiose per il confort del paziente.

In questo tipo di interventi si utilizzano delle suture assai fini, di derivazione oculistica (6.0-7.0-8.0) e tutta una strumentazione specialistica dedicata.

Queste accortezze strumentali hanno permesso di cambiare radicalmente le tecniche operative di questi interventi (innesti bilaminari o innesti connettivali così come per gli innesti epitelio-connettivali) rispetto al passato rendendoli assai meno invasivi e con prognosi e guarigioni nettamente migliori.

PRIMA di un innesto gengivale
PRIMA di un innesto gengivale

Le recessioni gengivali: cosa sono?

Il problema delle "gengive ritirate"

Le recessioni gengivali sono quelle condizioni patologiche in cui la posizione della gengiva rispetto alla corona dentale vede le radici di questi più o meno esposte all’ambiente del cavo orale. In pratica le gengive si “ritirano” verso l’apice del dente.

Questa condizione un tempo veniva considerata “solo” un problema, eventualmente, estetico, ma ad oggi si sa che ha implicazioni ben diverse.

La più comune conseguenza di queste alterazioni è la comparsa di sensibilità a:

  • stimoli termici (caldo e freddo)
  • meccanici (passaggio dello spazzolino)
  • chimici (alimenti dolci, acidi, salati…)

Inoltre le recessioni gengivali, se non corrette, spesso tendono ad evolvere. Oltre ad esporre sempre una maggiore quantità di radice dentale (i pazienti lamentano un problema di “gengive alte”), con un aumento importante della sensibilità, espongono a fenomeni di usura sia il cemento radicolare che lo smalto del colletto dentale con perdita di sostanza dentale, che nei casi gravi può compromettere la vitalità dei denti interessati.

Non infrequenti sono quelle situazioni anatomiche sfavorevoli in cui le recessioni progredite compromettono anche la stabilità dei denti interessanti e quindi la loro prognosi.

Il parodontologo

A chi devo rivolgermi?

Si comprende bene che le recessioni gengivali non devono essere assolutamente sottovalutate, difatti è un’ottima attenzione provvedere ad un controllo e valutazione presso una struttura odontoiatrica che abbia alta competenza, esperienza e specializzazione nell’inquadramento e trattamento di queste situazioni.

Essenziale è la valutazione del parodontologo che potrà, grazie ad una accurata visita clinica supportata eventualmente da indagini radiografiche specifiche, fare una diagnosi e valutare le possibili cause delle recessioni.

Spesso il riscontro di queste condizioni viene rilevato direttamente dal paziente che vede il “dente allungarsi” (in realtà è la gengiva che si ritira) o più frequentemente la “prima osservazione” viene effettuata nel contesto della seduta di igiene professionale eseguita da Dottori in Igiene Orale debitamente preparati e con esperienza nel contesto di un Team Parodontale.

A scopo preventivo sicuramente aiuta avere una corretta igiene orale sia per quantità che qualità nell’impiego degli strumenti più opportuni (spazzolini, filo interdentale, scovolini, ecc.), anche se questo talora non evita l’insorgenza delle recessioni, ma certo è che quantomeno non le peggiora in modo iatrogeno.

Le gengive ritirate possono tornare normali?

Come possono essere trattate le recessioni gengivali

Le recessioni gengivali sono trattabili e correggibili, spesso in modo totale, con una restituzio ad integrum estetica e funzionale dei siti interessati.

Generalmente le tecniche utilizzate sono tecniche di microchirurgia.

Fondamentalmente, ad oggi, il principio che viene applicato per correggere queste situazioni è la “copertura” della radice dei denti “scoperti”, generalmente utilizzando innesti autologhi che ad oggi garantiscono i migliori risultati.

È un po’ come “riavvolgere il nastro del tempo” e ripristinare le condizioni come erano prima della comparsa delle recessioni.

Come avviene l’intervento di innesto di tessuto gengivale?

L’intervento gengivale avviene in anestesia locale, effettuata dopo una disinfezione ed una preanestesia per migliorare il confort del paziente.

L'innesto gengivale è doloroso?

Durante l’intervento chirurgico la persona sarà assistita nel migliore dei modi, ponendo una particolare attenzione non solo all’aspetto operativo ma anche a quello emotivo e psicologico: fondamentale per noi è il rispettare e accogliere paure e disagi del paziente così da poterli affrontare e chiarire insieme.

La durata dell’intervento varia dai 60 ai 90 minuti circa, a seconda delle situazioni.

Quanto dura l'intervento?

La durata dell’intervento varia dai 60 ai 90 minuti circa, a seconda delle situazioni.

Innesto gengivale guarigione

Cosa succede dopo l’innesto?

Alla fine dell’intervento viene data al paziente una profilassi farmacologica da seguire, che comprende un antibiotico terapia, antidolorifici e farmaci antinfiammatori.

Buona norma è l’applicazione di ghiaccio con una alternanza temporale tra l’applicazione e l’astensione.

Inoltre, specie se l’intervento effettuato nelle zone anteriori del cavo orale, può essere opportuno ridurre al minimo i movimenti mimici tra i quali quelli relativi alla dizione: si chiederà al paziente di parlare il minimo indispensabile per i primi due o tre giorni, così da evitare di sottoporre a forti tensioni, involontarie, i tessuti immobilizzati nell’intervento e fissati con suture molto piccole e delicate.

Le attenzioni da seguire nei giorni seguenti l’intervento sono quelle di una dieta morbida e tiepida o fredda per i primi due giorni, evitare pesanti sforzi fisici ed attività sportive per almeno una settimana.

Verrà effettuato un primo controllo semplicemente per monitorare la guarigione a distanza di sette giorni sia dal chirurgo che dall’igienista, mentre le suture, benché siano riassorbibili, verranno rimosse e 15 giorni dall’intervento.

Durante i primi 30 giorni dall’intervento le procedure di igiene del paziente verranno adattate a seconda delle indicazioni che riceverà dall’igienista e dal chirurgo, per poi tornare ad una normale pratica.

Quali sono i benefici di un intervento per la rigenerazione gengivale?

I benefici di un innesto di gengiva sono molteplici e assolutamente duraturi nel tempo: fondamentalmente cambiano la tipologia di tessuto gengivale, passando da una gengiva sottile passibile di progressiva retrazione (aggravamento delle recessioni) ad una gengiva che risulta essere più spessa, stabile, e coprente la radice dentale.

In questo modo viene cambiato il destino di questi denti soggetti a recessioni gengivali risolvendo problematiche estetiche, di sensibilità e di prognosi cariosa.

Utilizzare tessuti molli come “strumenti terapeutici da innesto” ci permette di lavorare in modo correttivo e curativo anche su impianti e denti protesizzati.