Igiene orale professionale e Air polishing

L’importanza dell’air polishing nella seduta di Igiene Orale Professionale

Che cos’è l’air polishing?

L’air polishing è un getto di acqua, aria e specifiche polveri con granulometria variabile prodotto da un apparecchio che miscela questi 3 componenti.
Alcuni apparecchi di ultima generazione riscaldano l’acqua per evitare la sgradevole sensazione di ipersensibilità dentinale, controllano la pressione dell’aria in base alla granulometria ed erogano il giusto quantitativo di polvere.

A cosa serve? L’air polishing per lo sbiancamento dentale e l’igiene profonda

L’air polishing viene principalmente usato per la rimozione delle pigmentazioni estrinseche o macchie antiestetiche (sbiancamento dentale) dovute all’assunzione di thè, caffè, vino rosso, tabacco etc…
Questa tecnica dà risultati igienici e cosmetici ottimali.

Air Polishing Centro Chirurgico

L’air polishing viene anche utilizzato per rimuovere il biofilm batterico o placca dentaria (colonizzazione batterica organizzata che si deposita su denti e lingua). Il controllo e quindi la rimozione del biofilm è di fondamentale importanza nella prevenzione e nella gestione di diverse patologie del cavo orale: carie, gengiviti, parodontiti e perimplantiti.
Inoltre con l’avvento di polveri di ultima generazione si è cominciato a utilizzare questa metodica per decontaminare le tasche parodontali.

Quali tipologie di polveri vengono utilizzate?

In commercio sono disponibili polveri che si differenziano per:

  • geometria dei granuli
  • granulometria (espressa in micron)
  • finalità d’uso

Principalmente sono utilizzate le polveri a base di bicarbonato di sodio, carbonato di calcio, glicina ed eritritolo.

Il bicarbonato di sodio è stato introdotto in odontoiatria verso la fine degli anni ’70 come rapido e facile mezzo di rimozione delle macchie. Tutt’oggi è usato efficacemente contro il biofilm sopragengivale e le pigmentazioni.
La versione con granulometria da 65 a 120 micron, però, è particolarmente aggressiva su dentina esposta, margine gengivale e manufatti protesici e se ne consiglia l’uso su pazienti con dentatura sana.

Esiste una versione con granulometria di 40 micron che risulta essere più delicata.
La polvere contenente carbonato di calcio è indicata sia per le ragioni sopra elencate sia per essere usata su manufatti protesici, su pazienti portatori di apparecchi ortodontici perché contiene granuli di forma sferica quindi meno abrasivi. Viene inoltre preferita al bicarbonato di sodio su pazienti con ipertensione arteriosa e con malattie sistemiche che necessitano di dieta iposodica.

Nuove miscele di polveri: quando è necessario un trattamento particolarmente delicato

Le miscele di polveri a base di glicina ed eritritolo sono di ultima generazione e risultano minimamente invasive su superfici radicolari in caso di recessione gengivale, su impianti esposti e sulle mucose. Queste polveri non essendo lesive si possono indirizzare anche sul colletto del dente per rimuovere le pigmentazioni più vicine alla gengiva arrivando a una profondità anche di 4 millimetri; inoltre sono indicate nelle tecniche di decontaminazione delle tasche parodontali avendo una granulometria < di 25 micron.

Quando usare l’air polishing

In una seduta di detartrasi l’air polishing può seguire la strumentazione ad ultrasuoni come rifinitura ma può anche precederla andando a rimuovere subito il biofilm, macchie e tartaro di recente formazione, limitando così l’uso dell’ablatore che rappresenta uno strumento particolarmente “temuto” dai pazienti.

Paolo Giovannini - igienista dentale Dottor Paolo Giovannini – Igienista Dentale presso Centro Chirurgico