Si definisce con questo termine lo studio del comportamento dell’interfaccia osso-impianto. L’osteointegrazione, una volta ottenuta è infatti il punto di partenza del lavoro della struttura inserita. Possiamo quindi definirla come momento “0”. Solo il collegamento con l’ “abutement” ed il conseguente carico da parte della protesi, danno inizio a tutti quei processi che condizionano la vita dell’impianto. Introduciamo quindi una visione dinamica del problema. La stabilità primaria è condizione assoluta perché avvenga l’osteointegrazione o meglio l’osteoanchilosi. Numerosi studi indicano la soglia di tollerabilità in 75-100 micron. Tale condizione è essenziale per indirizzare i cloni cellulari mediati dai fattori di crescita verso la forma osteoblastica e non fibroblastica.
Quindi , ottenuta l’integrazione, dobbiamo porci il problema di come funzionerà l’interfaccia e come sarà condizionato l’ equilibrio metabolico dell’osso. L’obbiettivo è chiaramente quello di ottenere e mantenere l’equilibrio tra anabolismo e catabolismo.