Principi della preparazione dei monconi protesici

La preparazione dei monconi protesici deve rispondere a criteri ben definiti in modo da consentire una protesizzazione provvisoria corretta dal punto di vista occlusale-funzionale, una maturazione priva di interferenze dei tessuti molli peri-implantari, e manovre di igiene domiciliare  semplicemente attuabili dal paziente sia nei primi giorni dopo la fase chirurgica, sia in un secondo tempo in attesa della protesizzazione definitiva.

La tecnica implantare “Implantologia funzionale offre all’operatore la possibilità di andare ad inserire le fixtures laddove vi siano una adeguata quantità e qualità ossea, senza imporre vincoli di parallelismo e/o inclinazione vestibolo-linguale/palatina in previsione della successiva protesizzazione (fig 3 e 4); questo importante vantaggio nella fase chirurgica comporta quindi che i monconi implantari non siano necessariamente allineati secondo le esigenze protesiche, e  sarà proprio attraverso la preparazione che si andranno a modificarne la forma e l’inclinazione in modo da ricreare le migliori condizioni possibili nei limiti consentiti dal caso.

La procedura, attuabile subito dopo il posizionamento degli impianti e la loro solidarizzazione tramite barre in titanio, dovrà tenere conto di alcuni principi  elementari già noti per la monconizzazione dei denti naturali, in modo da evitare che nel periodo di funzionalizzazione con protesi provvisoria fissa questi siano sottoposti a carichi mal distribuiti in fase di occlusione e di masticazione, o agenti secondo vettori di forze erroneamente diretti, pena il fallimento del trattamento.

Principi della preparazione dei monconi protesici
Principi della preparazione dei monconi protesici nell’implantologia funzionale

Fig. 3 e 4: arcata implantare mandibolare subito dopo il posizionamento degli impianti; nell’immagine di sinistra le linee blu evidenziano le divergenze degli assi dei monconi sul piano frontale, che andranno ridotte il più possibile con la preparazione post chirurgica onde consentire sia la costruzione del manufatto protesico provvisorio, sia la funzionalizzazione delle fixtures secondo vettori di forze non dannosi per il processo di osteointegrazione.