Dimostrazione clinica del comportamento osseo in accordo con le leggi della biomeccanica

Vediamo ora l’effetto clinico prodotto in accordo alle leggi precedentemente esposte.

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Consideriamo il comportamento dell’osso perimplantare.
A maggior ingrandimento, fig. 2-22, è possibile evidenziare una zona di iper condensazione periapicale dovuta ad un carico eccessivo provocato dall’”effetto chiodo”.

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Questo è il primo meccanismo compensatorio che compare. Contemporaneamente si manifesta un enorme difetto crateriforme dovuto allo trasmissione di eccessive sollecitazioni di flessione a livello della sezione di passaggio intracorticale.
Tutto ciò in accordo con le deformazioni della travata di ponte.
Il carico di punta eccessivo si può manifestare localizzato anche in strutture complesse sottoforma di riassorbimento circolare periapicale come nelle figure 24a e 24b

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Sono presenti, inoltre, riassorbimenti conoidi in tutti gli impianti bifasici.
Al contrario le strutture elettrosolidarizzate non mostrano cadute dei livelli cervicali.

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La figura “25” mostra come la forma cilindrica, anche se moderatamente filettata (da un punto di vista meccanico si comporta in modo equivalente al cilindro liscio) sia la forma più sconveniente.
Mentre è evidente la perdita dell’integrazione nei due elementi distali, appare integra la struttura intorno alla vite alettata grazie alla migliore distribuzione dello stato tensionale. Tutto ciò anche in presenza di solidarizzazione.
Le viti ad ampia spire presentano dei grandi vantaggi. Il carico agisce attraverso una componente prevalentemente di trasferimento di forze tangenziali. L’entità del carico diminuisce sulle spire in senso corono – apicale – non innescando quindi il cosiddetto “effetto chiodo”.
La prima spira sottocorticale è da considerare l’elemento “sentinella” nei riguardi dell’equilibrio metabolico. E’ fondamentale il posizionamento di tale struttura in posizione completamente sottocorticale. La spira più coronale sarà l’ultima a fendere la corticale e dovrà scendere verso la midollare lasciando nel sovrastante spessore (mucosa + corticale) la porzione di impianto non provvista di spire affinché possa con facilità chiudere la sezione di passaggio sotto l’effetto elastico prodotto dalla mucosa soltanto perforata e non scollata con l’esecuzione del lembo. Il sigillo perimplantare si riforma così in breve tempo.